19 novembre 2010

Gli scherzi del "destino"



Governo-Finocchiaro:Ne serve uno di responsabilità nazionale
Governo,Bersani:esecutivo di responsabilità nazionale,intesa con UDC
Buttiglione Governo di responsabilità nazionale serve a premier
Govvero, Veltroni:Berlusconi finito. Ora uno di sicurezza nazionale
Fli: Urso, in caso di elezioni promuoviamo poli di responsabilità nazionale


Ecco il valzer delle dichiarazioni di questi giorni.
Gli sciacalli entrano in azione.
Copione scontatissimo: i partiti non ancora pronti alla consultazione elettorale spingono per il c.d. governo di responsabilità nazionale o istituzionale (PD, UDC,FLI); i partiti che godono di buona salute (LEGA e ITALIA DEI VALORI) spingono per le elezioni anticipate, facendo leva sull’evidente bluff di una maggioranza alternativa che subentri a Berlusconi.
Ma cosa si intende per governo di responsabilità nazionale? Esiste differenza col governo tecnico?
Diamone una definizione:
Con la locuzione governo istituzionale si indica un governo che si forma come risoluzione di una crisi di Governo, quando il parlamento non riesce ad esprimere una maggioranza in grado di sostenere un candidato politicamente schierato. Per questo motivo, spesso, come Presidente del Consiglio dei ministri viene designato un esponente delle istituzioni che, per la sua lunga esperienza nelle istituzioni o nelle strutture di governo, rivesta la fiducia di larga parte del parlamento.
Spesso viene anche indicato come governo tecnico, soprattutto quando i ministri che lo compongono sono studiosi o imprenditori di chiara fama nei loro campi. Tali governi restano in carica generalmente per gestire l'ordinaria amministrazione durante il periodo che separa la crisi di governo dalle elezioni, oppure per il tempo necessario ad introdurre una riforma non più rinviabile (come ad esempio una riforma pensionistica), ma che per motivi politici non riesce ad essere varata dal parlamento. Infine un governo istituzionale può nascere per gestire un momento particolarmente difficile della vita sociale, economica o politica di una nazione, come ad esempio un periodo di forte crisi economica.Alcuni dei governi tecnici realizzati in Italia sono stati:
• Il governo Amato I che si occupò di una crisi monetaria internazionale;
• Il governo Ciampi che varò la riforma elettorale introducendo il sistema maggioritario;
• Il governo Dini che varò la rifoma pensionistica che porta il suo nome.
• Il governo Amato II che portò il paese alle elezioni durante la XIII Legislatura.]
Il governo istituzionale, o di "larghe intese", permette una maggiore governabilità del Paese, e soprattutto implica la collaborazione di entrambi gli schieramenti politici.
Personalmente penso sia meglio andare ad elezioni subito.


Ad ogni modo è necessario porre fine a questo squallido teatrino, nel quale si mettono in scena, fintamente, problemi reali allo scopo di usarli come cartina di tornasole, per favorire le solite manovre di palazzo.
Chi vuole elezioni subito non pensa affatto, come dichiarato, che il governo istituzionale vada a sovvertire la volontà popolare espressa dagli elettori nel 2008. Al contrario vuole solamente sfruttare la scia positiva dal punto di vista elettorale per non rischiare di disperderla in un governo che bivacchi fino alle elezioni.
Chi non vuole le elezioni subito antepone due motivazioni:
- la prima: procedere alla riforma elettorale prima di chiamare in causa gli elettori.
Ma qual è il fine ultimo di questo intento? Ritornare al proporzionale stile Prima Repubblica? O semplicemente reintrodurre le preferenze (cioè ogni elettore potrà scegliere il proprio candidato)?
Ma siamo veramente sicuri che ritornare a questo sistema sia la cosa giusta? In un paese condizionato dalle mafie, dove quattro regioni del sud sono completamente in mano alle consorterie mafiose è veramente conveniente lasciare che esponenti politici del luogo possano fare campagna elettorale nel proprio territorio, alimentando voti di scambio e connivenze mafiose??
- seconda motivazione sbandierata dai "pro-governo istituzionale": le elezioni costano troppo ed il paese non può permetterselo in questo momento di crisi.
Verissimo, le elezioni costano circa 600 milioni di euro. Bazzecole però, se si considerano gli enormi sprechi e costi della politica. Basterebbe un bel taglio a questa voce di bilancio, unita magari ad un’autotassazione da parte dei parlamentari ed il gioco è fatto.
Si può fare.
Nei primi anni 90 l’autotassazione coatta la subirono tutti i cittadini italiani. Mi riferisco al Governo Amato (a proposito di governi tecnici) che operò in assoluta emergenza finanziaria effettuando un prelievo forzoso dai conti correnti degli italiani.
Quindi, la mia opinione è: elezioni subito, se si aprirà una crisi di governo il 14 dicembre. A costo di veder vincere nuovamente Berlusconi e la sua ciurma.
E' ora che gli oppositori tirino fuori le palle ed escano allo scoperto. In modo da vedersi riconoscere il merito storico di aver posto fine all' incubo berlusconiano, sconfiggendolo sul campo senza attendere l'aiuto di "forze esterne". A proposito, che altro avvenimento importante c'è il 14 dicembre???
Gli scherzi del "destino"!!!


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